Una sposa perfetta

venerdì 11 luglio 2008


Forse per un attimo hai creduto che con quell’anello al dito tutto sarebbe stato migliore.
Qualcuno ti aveva detto ‘diverso’ ma migliore no.
Hai voluto provare, l’hai fatto per te e per lei.
Hai provato a darvi quella chance che credevi di meritare dopo anni di lunga condivisione.
Te lo dicevano tutti che non era fatta per il matrimonio, una pazza scatenata da amare sempre ma da tenere con sé mai.
Per lei tutto era un gioco. Anche amarsi.
A letto un fuoco, tra frustini e giochetti recuperati nei vari sex-shop dei suoi giri per il mondo.
Un vulcano in testa. Sempre in eruzione.
Ferma mai.
Stabile mai.
Tranquilla mai.
Quando le hai chiesto di sposarti forse non ci credevi nemmeno tu, o forse si, ma non vuoi ammetterlo perché ti farebbe ancora più male.
Con quegli occhi languidi davanti alla pizza e all’anello di brillanti ti ha detto si.
Il giorno dopo è andata a rivenderlo per comprare una credenza etnica da mettere nell’ingresso di casa.
Quando sorridente ti ha raccontato quello che aveva fatto l’hai amata ancora di più.
Poi è arrivato il giorno del sì.
Tu all’altare, bello come il sole, emozionato come un bambino che freme in attesa di scartare i regali di natale.
È arrivata. Avvolta in una nuvola di candore che lasciava senza fiato.
Si mordicchiava il labbro superiore. Era tesa.
Non l’avevi mai vista cosi.
Sono bastati pochi secondi e la nuvola di candore si è dissolta tra le tue braccia e davanti agli occhi increduli dei quattro invitati prescelti.
Il bianco dell’abito si è fatto rosso.
Il coltello che si è conficcata nello stomaco era la sua promessa d’amore. L’unica che avrebbe impedito di farti del male davvero, che non ti avrebbe trascinato in anni di malattie di cuore e di testa in attesa del suo ritorno da qualche viaggio, l’unica che avrebbe davvero sancito la vostra unione per sempre.
Tua per sempre.
Nel ricordo, nella vita insieme che era stata, nell’amore promesso che non avrebbe potuto mantenere se non in questo modo.
Tu l’hai vista la sua anima che si alzava dal corpo e ti sorrideva stanca mentre usciva dalla chiesa dicendo per sempre…
Adesso lo sai che non era pazza come dicevano tutti.
Era solo pazza d’amore, per te.
Che non hai saputo amarla e comprenderla mai.






1 Comment:

Anonimo said...

diciamo cara manu che....è bello ed inquietante...come la irrequietezza della sposa....sorprende molto il finale.bravissima...degli autori che leggo non riesco ad"anticipare"solo jeffery deaver.sorprendere è bravura:!complimenti