La faccia

venerdì 11 luglio 2008


Prima c’eri tu a colorare quello spazio nero. Poi ho messo un fiore.
È viola, forse é un ciclamino.
Almeno non mi guarda con quello sguardo indagatore ma evanescente al tempo stesso.
Non mi giudica una poco di buono né una rompiscatole solo perché domando cose che mi si dovrebbero dire senza che nemmeno io le chieda.
E piantala di fare quella faccia.
Lo sai anche tu che ho ragione.
Non puoi pensare che davvero le cose vadano bene quando non hai mai voglia di condividere nulla con me.
Alzati da questo buco nero e vattene. Lasciami da sola, lasciami quegli spazi che mi hai rubato e che alla fine non sapresti nemmeno come usare.
Viviti la tua vita e lasciami qui a godermi della mia.
Parti per quel viaggio che hai sempre voluto fare ma che non hai mai fatto.
Sollevati dal mio petto e vai e spacca il mondo.
Respira piano, basta affanni. Ne hai avuti e regalati troppi.
Ora, gambe in spalla vai verso quel futuro di promesse che da sempre immagini.
E ricordati, mentre sei in viaggio, che sei solo una mia foto.

[il racconto è stato pubblicato all'interno della rivista letteraria @phorism]




1 Comment:

Anonimo said...

beh...cara manu...dovrei raccontarti tante cose..affinchè tu capisca quantoquesto racconto rispecchi tante situazioni attualiper me.per questo....mi sono venute le lacrime agli occhi( e non scherzo) quando l'ho letto...soprattutto la frase finale mi stava quasi facendo piangere...bello davvero intriso di malinconia...e di ricordi.complimenti:)!d:)